Grace
Mi sono risvegliata in un parco. Ho un abito bianco leggero addosso. I sandali ai piedi. Le braccia graffiate. La mia testa pesante. La reggo con una mano. Come se qualcuno m'avesse picchiata con una mazza da baseball. Ho malissimo alla nuca. Sono caduta. Forse. Ho picchiato la testa. Non ho nulla con me. Nè una borsetta. Nè un telefonino. Solo una lunga collana di perle al collo e dei braccialetti attorno ai polsi.
Cartacce attorno a me. Bicchieri di plastica rotti. Palloncini sgonfi. Preservativi ammosciati.
Ho un gran freddo nelle gambe. E nessun orologio. Cammino. Ciondolando. Fatico a mantenere l'equilibrio su questi tacchi. Mi sento gli occhi opachi. Focalizzo a fatica. E cammino.
Un silenzio.
Nemmeno una sirena di polizia nell'aria.
Mi stringo le braccia attorno. Per il freddo. Per la paura. Non ricordo dove sono. Non c'è nessuno qui, a cui io possa chiedere.
E poi tutte queste statue. Chi ce le ha messe?
C'è uno nudo che mi guarda allargando le braccia. C'è uno con delle ali. C'è una donna vestita solo con un drappo che sta parlando con un uomo con una coroncina d'alloro in testa.
Li guardo. E iniziano a piangere sangue.
Sono circondata da statue grondanti sangue.
Corro!
I loro occhi mi sono addosso.
Corro.
Il che si allarga attorno alle gambe.
Corro!
Non riesco a respirare. Non ho aria nel naso.
Corro!
Corro.......................................................................
(on air: "Grace Under Pressure" - Elbow )