lunedì 31 maggio 2010

Premio Logos V edizione

Lunedì, 17 Mag, 2010
Vincitori

Sezione A- Poesia singola

Antonella De Santis, Crollo delle illusioni

Ilaria Pamio, [VISIONI DA UNA FOTOGRAFIA #2]

Cristiano Tomassone, Rughe

Vincitore: Ilaria Pamio

Sezione B- Racconto breve

Giulia Castelli, Io e Lorenzo

Barbara Marchi, Carta pesta

Rosilio Tondelli, Milano non è uno scherzo

Vincitore: Rosilio Tondelli

Sezione C - Opera di Poesia

Rita Iacomino, Amore di Silvia e Atlante

Antonella Catini Lucenti, Perle nere

Federica Pizzi, Senza titolo

Marino Santalucia, Senza titolo

Vincitore: Rita Iacomino

Sezione D - Opera di Narrativa

Ines Bianchedi, L'orlo del caos

Simone De Palma, La Sosta - credevi di non essere visto -

Valentina Di Rienzo, Codex Alpha

Alessandra Sarchi, Via da casa

Vincitore: Ines Bianchedi

giovedì 20 maggio 2010

figliadiunadeaminore.blogspot.com























Non so se c'è ancora qualcuno che passa di qui.
Per quelli... lascio un avviso.
Da OGGI ho un nuovo blog





http://figliadiunadeaminore.blogspot.com/



sembra il link di quello che avevo prima! ma in realtà c'è una "A" in più (FIGLIA DI UNA DEA MINORE)

mi raccomando: (anche se sono un pochino refrattaria) passate sia di qua che di là ;-)
vedrete... che ogni tanto... qualche fantastico aggiornamento ci sarà!

domenica 2 maggio 2010

Voglio. Ricordare. Tutto

Voglio. Ricordare. Tutto.

[lo scrivo ora, perché tra un po’ non ne avrò più memoria]

Voglio ricordare le sere con l’orecchio teso ad ascoltare. Voglio ricordare la prima volta che udimmo il tonfo. Come la caduta di un piccolo terremoto. Voglio ricordare la corsa di mia madre sulle scale. Voglio ricordarlo per terra, caduto a causa di quelle gambe ormai troppo magre.
Voglio ricordare i flaconcini colorati sul tavolo della sala. Voglio ricordare quei beveroni trangugiati a fatica fino a poche ore prima. Voglio ricordarmelo con la pancia. Voglio ricordare Arianna che lo prendeva in giro. Voglio ricordarmelo col Gorgonzola mangiato ogni giorno prima della frutta. Voglio ricordarmelo mentre tasta i panini uno ad uno e sceglie per lui e per la nonna quelli più croccanti. Voglio ricordarlo che tasta la frutta, geloso delle dimensioni. Voglio ricordarlo, mesi dopo, col disprezzo del cibo al ristorante. Voglio ricordarlo a Pasqua, a pranzo con noi. Voglio ricordarlo che non riesce più a mangiare.
Voglio ricordarlo in bicicletta fino a 83 anni. Voglio ricordarlo che cammina 20 passi davanti alla nonna. Voglio ricordarlo in calzoncini al ginocchio, calzettoni fino a metà polpaccio e scarpe Superga. Voglio ricordare le bestemmie tirate al ginocchio mentre sale le scale nei giorni di pioggia. Voglio ricordarlo sano, fino all’Agosto 2009. Voglio ricordare la notizia dell’ictus mentre io ero in Croazia, in spiaggia con Flavia e Benedetta. Voglio ricordarlo col terrore dentro. Voglio ricordarlo che cammina più lento. Voglio ricordarlo che non guida più la Punto grigia. Voglio ricordarlo che fa la scala fino a 2 settimane prima. Voglio ricordarlo in carrozzina, che fatica a fare due passi tenendosi allo Zio Beppe e alla Manu.
Voglio ricordarlo con le guance scavate. Voglio ricordarlo con quelle gambette magre. Voglio ricordarlo indifeso. Voglio ricordarlo senza inibizioni. Voglio ricordarlo tempo prima quando dice “uè tì! Mica son rimbambì!” perché gli dici potresti dargli una mano. Voglio ricordarlo un mese prima che accadesse. Voglio ricordarlo che si fa pulire il culo da mia mamma. Voglio ricordarlo che si fa cambiare il pannolone. Voglio ricordarlo in una stanzetta singola all’ospedale. Voglio ricordarmi che lui non c’era mai stato in ospedale. Voglio ricordarmi il suo odio per i medici. Voglio ricordarmi che accompagno la nonna, le sorelle, la mamma alla clinica. Che le vado a prendere. Voglio ricordarmi quella settimana d’inferno e poi la diagnosi. Voglio ricordarmi tutto il tempo che ho pianto. Voglio ricordarmi che ho pianto un mese, tutte le notti, quando l’ho saputo. Voglio ricordarmi il mese in cui non ho avuto nessun colloquio da fare. Voglio ricordarmi che pensavo “meglio così, almeno ‘sto col nonno”. Voglio ricordarmi la poltrona coi comandi marrone arrivata una settimana prima. Voglio ricordarmi il letto con le sbarre, arrivato il giorno prima e ancora da montare. Voglio ricordarmi la nonna “stanotte è l’ultima notte che ce l’ho nel letto insieme”. Voglio ricordarmi il letto bagnato ogni mattina. Voglio ricordarmi Dora che non ho mai visto. Voglio ricordarmi me che gli chiedo “Ciano, com’è la Dora? E’ brava?” e lui che mi dice “quella mi rompe la minchia!” e mia nonna “eh si… è un po’ rude quando lo lava. Non è molto delicata”.
Voglio ricordarmelo quando mi faceva ripetizioni di matematica la domenica mattina, in 1° ragioneria. Voglio ricordarmelo che mi sgrida. Voglio ricordarmi il fogliettino delle istruzioni su come accendere la luce/attaccare il frigo/aprire le finestre/ripulire il piano doccia in montagna, scritto con quella grafia perfetta. Voglio ricordarmelo che non si fida delle donne. Voglio ricordarlo che si fida solo di me. Voglio ricordarmi che mi chiede se sono rientrata dal lavoro, quando la porta è stata chiusa dall’interno tutto il giorno. Voglio ricordarmelo la prima volta che ha letto una mia poesia. Voglio ricordarmi che mi dice “Uh bestia… come fai a scrivere ‘ste cose?”. Voglio ricordare il suo bigliettino alla sua poetessa preferita. Voglio ricordarlo che mi diceva sarei diventata famosa. Voglio ricordarlo incazzato quando ha saputo dei miei licenziamenti. Voglio ricordarlo duro che mi dice “devi stringere la cinghia! Siamo in un periodo di crisi!” e io “Nonno… della crisi me ne frego…”
Voglio ricordarmi che mi aveva pagato la 1° rata della Punto azzurra, quando avevo iniziato a lavorare da una settimana. Voglio ricordarmi che mi aveva pagato il corso gratuito post-diploma per “assistente ai servizi commerciali” all’Enaip di Busto Arsizio. Voglio ricordarmi quando, con la nonna, mi ha regalato l’elettrostimolatore. Voglio ricordarmi quando mi portava in montagna con le mie sorelle d’estate. Voglio ricordarmi che gridava per il disordine. Voglio ricordarmi che mi diceva “dì qualcosa alle tue sorelle, te che sei la più grande”.
Voglio ricordarmi la sua allergia alla Chiesa. Voglio ricordarmi che andava a Messa una volta all’anno, a Santa Maria Maggiore. Voglio ricordarmi la nonna che arriva giù in lacrime e dice lo vuol far benedire/che si deve pentire/che se no magari va all’inferno. Voglio ricordarmi che diciamo alla nonna che è importante come vivi, non quante volte vai a messa, e che lui, in vita, non ha mai fatto male a nessuno. Voglio ricordarmi il prete venuto il giorno prima. Voglio ricordarmi che ci inventiamo che è “la settimana dell’anziano” e il prete passa di casa in casa a fare un saluto agli anziani. Voglio ricordarmi la nonna che mi dice “ora Ilaria son serena, perché è stato qui un paio d’ore e abbiam fatto una bella chiacchierata e poi gli ha dato una benedizione”. Voglio ricordarmi che da due settimane stavo facendo quasi un colloquio al giorno. Voglio ricordarmi che avrei voluto posticipare più in là. Voglio ricordarmi che, se fosse stato completamente presente, mi avrebbe detto “Vai vai! Non far la cretina, vai! E spaccagli il culo a quelli!”. Voglio ricordarmi che la notte, dopo aver passato due ore da lui nel pomeriggio, ho pregato un’ora e mezza Dio che morisse. Voglio ricordarmi i colpi di tosse. Voglio ricordarmi che avevano detto ci avrebbe lasciati a fine Agosto. Voglio ricordarmi sarebbero mancati ancora 4 mesi d’agonia.
Voglio ricordarmi il disegno dei suoi ex dipendenti. Noi quattro sorelle bambine, una appena nata, quando è andato in pensione. Voglio ricordarmi tutta la gente che c’era al suo funerale. Voglio ricordarmi che la mattina io ero l’unica che non piangeva, perché speravo Lui ce lo portasse via. Voglio ricordarmi il prete (che mi ha confessata l’ultima volta che mi confessai, non so nemmeno più quanti anni fa, ormai. Il prete di San Giulio che mi diceva sempre ero una ragazza incazzata) che durante la predica lo chiama “Ingegnere”. Voglio ricordarmi il prete che dice “Ingegnere le avevo promesso sarei passato a trovarla Lunedì, e invece lei mi ha preceduto”. Voglio ricordarmi tutte le rose rosse sulla bara. Voglio ricordarmi la nonna che ha fatto scrivere “niente fiori, solo opere di bene”.
Voglio ricordarmi che quel Lunedì ho ricevuto 4 chiamate dalla mia “azienda seconda scelta” che voleva assumermi. Voglio ricordarmi che il giorno dopo la mia “azienda prima scelta” mi ha assunta.
Voglio ricordarmi quando entrava nella camera delle mie sorelle e s’incazzava per il disordine. Voglio ricordarmi quando bussava alla porta che divide la zona Pamio dalla zona Crespi. Voglio ricordarmi quando veniva giù e diceva “me lo portate là voi il secchiello dell’umido”. Voglio ricordarmelo che dice “Fernando! Vieni su a vedere la partita?”. Voglio ricordarmi che ha rimandato indietro mia sorella perché anziché il giornaletto con le puttanate e i programmi, gli ha preso quello con le puttanate e basta. Voglio ricordarmi quando mi aveva chiesto perché non avessi le tette grosse come le donne della tv. Voglio ricordarmelo quando mi diceva ero troppo magra. Voglio ricordarmelo che mi dice “non te se minga troppo magra ti. Và che bel culotto che hai lì!”. Voglio ricordarmelo quando mi chiedeva perché facessi fatica a far le scale. Voglio ricordarmi gli dicevo “ho un po’ male al ginocchio”. Voglio ricordarlo che ci sgrida per la musica alta. Voglio ricordarlo con quel televisore talmente alto che nella stanza accanto non riuscivo a studiare diritto comunale.
Voglio ricordarmi le bustine bianche che ci faceva a Natale, una per uno, e che appendeva all’albero.
Voglio ricordarmi il suo maglione viola. Voglio ricordarmi quando diceva che da giovane era un fiCo (con la C). Voglio ricordarmi di lui che canta in un coro di cui non ricordo il nome. Voglio ricordarmi di lui che prende le mie sorelle e le fa ballare il liscio. Voglio ricordarmelo com’era: pieno di vita.
Ciao Ciao!!!