mercoledì 30 giugno 2010






La pancia gonfia
)di te(
vibrava sul materasso.
E petali nel cervello
e caldo sul cuore.
E non parlo dell'aria della NOTTE,
quella no. Non c'entra.
Eri te.
Che quando ci sei
mi riempi tutta.
Non inventare favole
-io mica ci casco-
tutto/questo/non/è merito
mio
(o del mio nuovo taglio di capelli?)

C'è un legame morboso tra
n.o.i.

Così sfuggenti.

Ti avrei solo chiesto
di tenermi la mano.
(che l'amore con te...
ieri sera, non potevo farlo)

E volevo solo dormirti addosso
appiccicando
la mia guancia
al tuo corpo.
Avremmo dovuto farlo D.,
i rimpianti non durano per sempre.
E a cosa penso?
Ora?
(vuoi saperlo?)
Penso alla barchetta che mi hai promesso.
E a quei vigneti.









(Dit moi que tu es un peu heureux.
And that night... you could call me
parce que mon cell et mon coeur
was on... 4 you..
.)

sabato 26 giugno 2010

Fiore Notturno






Gli Autori del "Peccato...":

Sezione racconti brevi:

Avanzato Maria Silvia Le altalene
Baldini Claudia Cambiamenti al gusto di birra
Bevilacqua ChiaraBasta il pensiero
Cantile Carmine Rosa perlaceo su fondo nero
Castellana Stefania Cornice
Cupersito Mariarita Volevo essere lei
De Simone Margherita Liturgia
Farano Angelo L'ultima camomilla
Franchina Valerio La fortezza inespugnabile
Gàlea Sara Estasiar della vita
Gambaro Matteo Elsa
Giusti Fabrizio Della vita e dell'amore
Landini Maurizio Stai sognando
Leopardi Fernanda Nel tempo
Longo Azzurra Peccato racconto
Macini Jonathan Spegni la luce
Mancini Matteo La coppia che batte...
Mirabella Laura Le mosse del desiderio
Pucci Filomena Seta
Speranza Gianfranco Amare per la prima volta
Tacente Azzurra Senza la sua mano
Taffarello Alessio Matsuri d'agosto
Tortella Gabriele Le passioni
Vitale Nicola Fabio Ti penso tra le righe
Zugna Paola

Sezione poesia:

Amato Alessia Il mistero di amare
Argentino Lucianna
Arizza Marta Il nome
Aversa Antonio Letti disfatti
Battaglia Valentina Insieme da soli
Billone Veronica Giuseppina Uomo
Boccuni Giusi Sophisticated lady
Bracci Barbara Benvenuto, Forestiero
Calò Giorgia Vento sulle orchidee
Calzolaro Mario Per un dolce abbandono
Carrino Nicoletta Bruma
Dall'armellina Michela Dietro di me
Danna Enrico Un caldo respiro mi avvolge
De Giovanni Francesca L'estasi
Di Vincenzo Raffaella Verso te che....
Donatiello Mario Estasi e amore
Favale Angelo Heavy Petting
Filippi Lidia Erotik dream
Fioravanti Diego Non posso
Fioravanti Vittorio Nella solitudine....
Foglia Leveque Luca 1152
Frascà Fabiana Dopo l'amore
Gravina Flora Bellezza fatale
Ingoglia Margherita Sono tua
Iuliucci Rosy Disfatta liquefatta
Maggi Lucrezia Fuoco tu che mi bruci dentro
Pamio Ilaria Fiore notturno
Panzacchi Francesca Rosso è il mio Amore
Pasanisi Silvana Il tuo corpo
Peverati Stefania Solo il tuo nome
Pomini Caterina Cuts. A momentary state...
Pulpito TriziaErotic pianist
Romeo Salvatore Eden
Sonnante Teresa Incantesimo
Spadafino Mattia Solamente oggi...
Taravella Antonella Girasoli di fuoco
Valentini Luca Amore sconosciuto
Vespa Anna Lisa La danza delle lucciole
Zanarella Michela Sulle vie d'altro universo
Zimmermann Gianluca Contatto Divino

sabato 12 giugno 2010

La Megera




(l'avevo scritto per un contest letterario di http://BLUSUBIANCO.it, dal titolo "FONDERSI COL FOGLIO", ma dato che non è tra quelli selezionati, lo copio incollo qui sotto... così, chi vuole, lo legge)

INCIPIT
"
Mi dico che è il momento giusto e devo sbrigarmi.

Certo, sarebbe più facile se ci fosse un foglio di carta:
prenderei la penna e le parole non rimarrebbero incastrate in una vena del cervello o nella gola;
scenderebbero fino alla mano, sporcherebbero il foglio, ci resterebbero attaccate
con tutto quello che si portano dietro.
E’ il potere della pagina bianca, credo.
Ti risucchia e ti libera: è la tua possibilità di buttarti da un’altra parte.
“Allora?” mi chiede il mio editore, accendendosi una sigaretta
."

(MIO RACCONTO)

Mi prende di soprassalto. I miei occhi s’incollano alla sua bocca. Ha tante ragnatele cattive attorno alle labbra. Belle labbra, è indubbio. Lunghe e sottilissime. Tiene una mano sotto al gomito del braccio che regge la sigaretta. E da quella meraviglia fuoriescono tanti anelli di fumo che odorano di cannella. “Ma come è possibile?”, penso. Di solito questa mi getta in faccia densi nuvoloni bianchi.
Un tintinnio nell’aria. Ma da dove arriva? Non ha in mano nessuna campanella. Continua a fissarmi la strega e l’odore di cannella quasi mi nausea. Il tintinnio è sempre più nitido. S’avvicina al mio orecchio.
Spalanco gli occhi. Di colpo. Davanti a me un signore coi capelli grigi e la cravatta bordeaux sta leggendo un giornale.
Non c’è nessuno al mio fianco. Siamo solo io e lui in questi due sedili.
“Noccioline, patatine, panini, coca cola, the, acqua” questo tipo che grida mi sembra l’arrotino. Signore coltelli, forbici che non tagliano? L’arrotino è arrivato l’arrotino signore.

Invece è solo il carrello delle vivande che mi passa accanto. Ecco cos’era che mi ha svegliato! Nei sogni i rumori son sempre amplificati.

Ma si può? Che l’arpia mi appare anche in sogno? Ma come sto messo? Mi ero appena appisolato e già quella mi fa svegliare. E’ vero, siamo partiti da Viareggio alle nove, quindi un’oretta ho dormito. Ma avrei potuto continuare a farlo per altre due ore se solo quella e i suoi anelli caramellati non mi fossero apparsi. E chi se ne frega se appena mi metto in treno mi addormento.
Giovanna dice sono narcolettico “Io andrei a farmi vedere Francesco”. Ecco, appunto. Vacci tu a farti vedere. Chissà mai che uno bravo ti tolga la mania di pulire continuamente le superfici dalle briciole.
Giovanna è mia sorella. Più grande. Una rompipalle di prima categoria. Non ci vediamo spesso, perché io abito a Gallarate, lei invece si è messa con un tipo di Viareggio. E nemmeno lavora lei! Sì, fa i mestieri in casa. Lucida a specchio quello che è già pulito. Ma cosa può saperne della vita
di un quarant’enne giornalista? O, peggio, di un quarant’enne giornalista che scrive per una rivista femminile di quinta categoria. E a cui appare il capo iena-labbra-rosso-fuoco in sogno. Bah.
Meglio mi alzi. Sì. Meglio io vada a farmi un giro tra queste carrozze che puzzano di casa vecchia. Cazzo. Stavo cascando.
Forse ieri ho esagerato con gli alcolici. Ma è colpa di Giovanna. Chi la regge quella? Con un po’ di alcol in corpo lei e il suo uomo mi sembravano decisamente migliori.

Faccio una camminata, di sicuro poi starò meglio. E poi, chissà, magari trovo l’ispirazione per quel famoso articolo.
Vediamo un po’. Potrei raccontare di questa signora indiana tutta ingioiellata con in braccio il bimbo che dorme. No, no, no. Oppure potrei fare qualche domanda a quella signora tutta ricurva che prima faticava a salire i gradoni. Povera. Le sono servite quattro braccia per aiutarla a salire. No, andiamo avanti. Quello no,
quest’altro no. E questi? Oddio, ma questi chi sono?
Amo…Imo…Emo! Sì, me ne aveva parlato il mio nipotino: ecco qui quattro ragazzini emo, potrei scrivere di loro. Ma adesso scrivono tutti di loro. No, serve qualcosa di meglio. Donna. Donna sfatta. Uomo con donna. Donna che bacia appassionatamente il suo uomo. Questa mi piace! E che bei capelli. Mi ricorda Luna. Dio! Che pompini ti faceva Luna. Mica come quelle che ho frequentato dopo. Eh già. E che faccio? Intervisto il suo partner? “Scusi lei, ma questa ragazza che assomiglia tanto a una mia ex conquista… com’è?… voglio dire nell’atto della fellatio?” Bella idea Francesco! Bellissima idea! Vengo licenziato subito. Quella ci mette poco a tagliarmi fuori dalla redazione. Qui chi c’è? Uomini che scrivono al pc. Mamma con bimbi. L’allegra famiglia. Niente. Nulla che m’ispiri. Ma che ore sono? Le dieci. Sarò a centrale tra un’oretta. Quasi quasi, dato che, anche volendo non ho un foglio per scrivere, me ne torno a sedere al mio posto. E alla faccia di Giovanna mi faccio un’altra pennichella di fronte al signore con la cravatta bordeaux.
A volte i sogni ispirano. Mi basta sognare qualcosa. E poi, magari, al mio risveglio, comprerò un blocchetto prima di salire sull’altro treno e fonderò il sogno col foglio.
Sempre che non venga di nuovo svegliato dagli anelli di fumo bianco della megera.