Il volto corre alla fiamma,come le vetrine sul tardi:
il viaggio che segue non ha parole per caderci ma è la strada che ricordi.
”Njna?”
”Stò imparando a bere le stelline fluorescenti dal cilindro”.
(Una folla di braccia tumefatte mi lancia addosso pesciolini rossi scodinzolanti:
ad ogni dente destina il labbro da risalire come bollicine di freddo).
” Quelle risatine tutt’intorno pungono acute di bimbe con gonnelline di pizzo. Sai che cazzo vuol dire questo? Lo sai che vuol dire?”
Dal foglio il filo prende la campana e segue aghi in schiume di colori.
9 Infila l’avambraccio nel triangolo del muro sul molliccio umido c’e una pallina in cui piove la neve e tourne dans la vie en rose. Dans la vie en rose
10 Rompi la pietra tra le ciglia di porcellana, da flauti inscenano gli angeli la lunga via di scogli rotti che s’arcano a sera.
”Corro molle tra vinili fratturati anni “70 sommersi in fibre arancioni
e sento come le mie anche urlano lambendo questi corridoi di ghisa”.
”Fuori, che succede fuori? Te lo sei mai chiesta? Da sempre solitudine di braccia per andare lontano”.
Sottili labbra carminie, mute cinte da bilancieri… da un lato all’altro, su e giu da un lato all’altro, giu e su
come fosse quasi un grido lasciato tra i pensieri.
Ansimano nanetti di vetro le cui costole all’improvviso spuntano fuori:
oscuro istinto,stupore pallido di volti.
Il soffitto mi schiaccia strisciante al pavimento, tra i suoi gomiti stereo e ginocchia a rana.
Un vecchio ascensore piovasco sbroglia le persiane dai boccioli di legno.
“Per l'ordine definito potresti essere morta” mi dicono: bianche spine miagolanti sull'amaro seno.
“Per l'ordine definito potresti essere morta” mi dicono.