Gentile direttore,
la notizia dell’inconsulta ed inaccettabile chiusura di uno dei luoghi
più vitali ed importanti della città (e non solo per i giovani) sta
scatenando in me una rabbia incontenibile.
Quindi, chiedo spazio a lei e pazienza ai lettori se la esprimo con la
parola scritta che da sempre mi aiuta a non reagire altrettanto
inconsultamente.
Considero un vero problema di ordine pubblico la chiusura di un luogo di
aggregazione come Twiggy durante le festività invernali!
Non solo perché i gestori, gli unici che abbiano risollevato realmente
in questi quattro anni le sorti del nostro caro vecchio “Circolone”, ne
vengano danneggiati pesantemente (ed in periodo di crisi non si possono
mettere i bastoni tra le ruote a noi imprenditori, che stiamo
ansimando).Non solo perché chi paga è chi ha subito e non chi ha causato
questa vergognosa azione.Non solo perché le tre fanciulle del Twiggy
dopo questa “scelta” dell’autorità cominceranno a pensare che essere
belle donne sia motivo di colpa.Non solo perché ci sono centinaia di
avventori come me che non hanno più un luogo dove incontrarsi.
Lunedì sera ho lavorato fino a tardi, quindi, sono uscita a mangiare
qualcosa. Ovviamente ho pensato al “rifugio” Twiggy, dove qualcosa di
caldo lo trovi sempre, la compagnia è talmente tanto piacevole che se
volessi appartarti, puoi anche permettertelo!Ma giunta in via De
Cristoforis mi sono immobilizzata davanti a tre volanti che bloccavano
la strada. In quel momento mi è passata davanti tutta la mia vita, che
ha avuto il “circolone” come scena primaria in questa città.
Ho pensato a quante volte in passato avevo visto quest’immagine ed a
come invece la coppia Oldrini/Brezzi fossero riusciti a sfocarla in meno
di quattro anni. Una coppia che proprio in questi giorni definisco
“splendidi complici” perché è solo grazie a loro che il 21 marzo di
quest’anno a Varese l’UNESCO ha conferito per l’ottavo anno di seguito
il ruolo di luogo “ospitale” per la giornata mondiale della poesia che
mi ostino a portare anche in questa ultima e desolata landa del profondo
nord.In questi giorni, infatti, Lello Voce ha vinto il prestigioso
Premio Napoli, proprio quel Lello Voce che è stato ospitato al Twiggy
con il suo rivoluzionario volume di spoken music&streep “Piccola
cucina cannibale”, nonché con il comunitario Poetry slam, che per la
prima volta son riuscita a portare in questa violenta città. Solo grazie
ad Oldrini e Brezzi.Lello Voce, appresa la notizia, ha prontamente
solidarizzato con Twiggy, perché ricorda l’atmosfera del locale, lui,
che ne gira veramente tanti in tutto il mondo.
Ma torniamo a lunedì sera: sono giunta fin sotto la scalinata,
verificando che la serranda era abbassata.Ipotizzando ciò che poteva
essere accaduto il mio pensiero è corso alle ragazze.
Quindi, ho ricercato un luogo dove mangiare verificando come fosse
impossibile e declinando sulla classica pizzeria.Ma anche durante la
cena il mio pensiero correva alle ragazze.
Quando finalmente a notte fonda mi è stato descritto l’accaduto, il mio
pensiero è corso al nodo della questione: una testa calda entra in un
locale, riempie di apprezzamenti una giovane fanciulla intimorendo chi a
quell’ora si guadagna da vivere “servendo” avventori!
Questa è violenza pura, che ancora nel 2012 inquina ogni tipo di relazione.
Un uomo molesto si permette di trattare male una giovane donna che sta
svolgendo il suo lavoro?E se non ci fossero stati altri avventori che
intervenivano? Sarebbe stato chiuso il locale se si scopriva che una
donna era stata violata?E non parlo solo di violenze fisiche, ma di
quelle verbali e psicologiche che anch’io, quando vent’anni fa facevo i
cosidetti “extra” nei locali pubblici, dovevo subire da maschi limitati e
molesti. Sì perché uno quando beve non diventa molesto, ma se uno è
molesto di natura, bevendo amplifica il suo modo di essere!Questo
sarebbe importante farlo sapere alla gente. A quella stessa gente che si
permette di dire “ah! ma se quella donna è stata violentata è perché ha
provocato!”.
Bene, io dall’altra sera sono molto seccata, perché ho toccato con mano
cosa voglia dire mancanza di libertà ancora nel 2012: la mia di non
poter trovare un locale aperto alle dieci di sera per mangiare (e quando
ero ventenne a Varese i locali non c’erano proprio, non erano solo
chiusi!); quella della povera giovine che sentirà su di sé il senso di
colpa per aver “provocato” ciò solo perché avvenente e solo perché
svolgeva il suo santo lavoro quotidiano (e poi ditemi che sono choosy i
giovani!); quella di Oldrini e Brezzi che vengono danneggiati
pesantemente dalla stupidità di un molesto; quella di tutto
quell’organismo cooperativo e delle attività culturali che vi si
svolgono; quella di tutti noi avventori che durante le festività
invernali non potremmo “contare” sul locale di Via De Cristoforis,
rinnovato e ripulito dopo decenni da Oldrini e Brezzi; quello di tutta
una città messa a scacco da un imbecille che non sa neppure divertirsi
bevendo!
Questo è ciò che mi fa arrabbiare: la chiusura di un locale in un
periodo vocato all’aggregazione che rischia di diventare un serio
problema di ordine pubblico.
Perché il Questore, invece, di far ripagare al molesto tutti i danni,
materiali e psicologici, magari mettendolo a lavorare gratuitamente per
il nostro punto di riferimento, sceglie di abbassare le serrande per ben
15 giorni di un locale che è vitale per la città (e per la sua
sicurezza!)?
Perché noi cittadini non possiamo contare su un trattamento equo di ogni
vicenda varesina? Sabato sera pare che nel “triangolo del divertimento”
si siano realizzate risse ben più violente, semplicemente determinate
da diverse “fedi” calcistiche. Sono stati chiusi locali in quella
zona?Le risse al Luna Park non hanno mai determinato la sua chiusura.Ne
leggiamo quotidianamente di questi “avvenimenti violenti”, possibile che
per un molesto imbecille qualsiasi tutta una città debba privarsi del
suo luogo preferito?
E’ per questo che penso che la chiusura del Twiggy sia un problema di
ordine pubblico.Perché paga chi ha subito danni e non chi li ha
determinati.Se continuiamo a non identificare le responsabilità ed ad
educare gli irresponsabili, come possiamo vivere “sicuri” nella nostra
comunità?
Questo è un vero pericolo sociale: perché questa scelta ci “educa” ad
essere molesti e non ad essere lavoratori, donne, cittadini onesti.
Facciamo comunità intorno al problema, che non è che il Twiggy richiama
molesti, bensì che il Twiggy sia così un caldo luogo aperto
all’ospitalità quotidiana da essere scelto anche da chi ha un evidente
problema di paura, quindi aggredisce.
Non alimentiamo il malcontento generale chiudendo l’ospitalità per
qualche maleducato.Educhiamo lo sciocco a rispettare la donna, per
prima, ed il prossimo suo.Smettiamola di incutere paura con la
demonizzazione di un imbecille che insulta una donna e fa il galletto se
qualcuno gli chiede di smetterla.
Se il Twiggy resta chiuso per “evitare che il locale possa configurarsi
quale luogo di ritrovo ed aggregazione di persone pericolose e teatro di
azioni criminose” il risultato porterebbe solo rabbia in noi
avventori, frustrazioni per i lavoratori del Twiggy e di tutte le
attività ivi residenti e chi no lo conoscesse non ci si avvicinerebbe
proprio per questo motivo.
A meno che non ci siano ovvie ragioni limitate alla mia conoscenza, non
alimentiamo il mercato della paura come accade in altri paesi che si
trovano a far i conti con armi vendute con troppa facilità.
Educhiamo lo sciocco a rispettare la donna, per prima, ed il prossimo suo.
un sorriso alla crew del Twiggy ed un grazie al direttore ed ai lettori
19/12/2012
Ombretta Diaferia
( Lettera estrapolata da: http://www3.varesenews.it/comunita/lettere_al_direttore/nessuna-ombra-sul-twiggy-251140.html