giovedì 28 luglio 2011

Poudre

"è che parlarti
è come leccare la polvere
e posso anche colorarmi le braccia
o andare a dormire con le farfalle
ma la tua voce così aguzza
mi trapana le ginocchia
e il soffitto mi comprime la schiena
e io non riesco più ad avere le nuvole
e tu non riesci a capire
che non siamo nient'altro che (IM)perfetti estranei
che un giorno hanno solo
fatto l'amore"


[ci ho pensato in auto, oggi. mentre tornavo da Malpensa.
la foto non è mia. è di Giovanna. gliel'ho rubata]

7 commenti:

giovanna ha detto...

c'è tutto l'equilibrio raro delle altezze spaventose, in questo tuo scritto. e amo, come sempre. (onorata di essere 'qui' con te:)

Franco ha detto...

Sempre bravissima Ila ^__^
Un caro saluto

iannozzi giuseppe ha detto...

Alle volte accade proprio così, che si smetta di sognare e che l'amante non sia niente di più d'un corpo, fin troppo presto estraneo a noi che eppur con il corpo ma soltanto con quello l'abbiamo amato.

walkinblue ha detto...

Ho aperto quel profilo
dopo non so quanto tempo.
Ho trovato te
assieme alla gioia di credere
babeintoyland
ancora un po' viva.
Grazie.

iannozzi giuseppe ha detto...

Ma qui bisogna aggiornare. ;-)

Francesco ha detto...

ecco. giovanna nel commento 1 ha detto tutto. E non si può "spiegare" una poesia così. Si può solo goderne adcoltandone la musica e il grido.

Lila Ria ha detto...

Merci beaucoup.
(à tous le monde)

:*